Quasi mezzo secolo e non li dimostra la “Sagra dei Pici di Celle” che si tiene come
sempre l’ultima domenica di maggio a Celle sul Rigo, un piccolo paese ai confini con il Lazio
e l’Umbria, che conserva gelosamente le proprie tradizioni gastronomiche.
Tutti in piazza a partire da sabato sera quando a fare la parte del leone sono soprattutto
i giovani appassionati della musica da discoteca, per proseguire domenica quando la festa
diventa per lo più appannaggio delle famiglie che amano ritrovarsi e fare quattro chiacchiere in compagnia.
Ma ciò che fa la differenza fra le tante sagre che riempiono le domeniche italiane durante la bella stagione
è lo spirito agreste e naif che anima la manifestazione in un paese che ha conservato intatta la semplicità
di una volta e che ha fatto della fedeltà ai piatti genuini il suo verbo.
All’inizio nell’ormai lontano 1969 quando ai responsabili della “Società Filarmornica
di Celle sul Rigo” venne
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in mente di legare il proprio nome a una festa che valorizzasse i “pici”,
piatto tipico del paese, la Sagra dei Pici si concludeva nella giornata di domenica. Verso le undici del mattino
la Banda apriva la festa suonando in piazza e si chiudeva la sera verso mezzanotte con i balli della gente sul selciato.
E poi “pici” a pranzo e a cena, carni alla brace, “ciaccette”, dolci tipici,
innaffiati di buon vino e tombola per i fortunati. Col passare degli anni poco è cambiato.
Al nome originario “Sagra sei Pici”è stata aggiunta la specificazione “di Celle”
perché in troppi paesi spacciavano per “pici” quelli che sono solo pallide imitazioni.
Inoltre è stata anticipato l’inizio della festa al sabato sera, giorno fatidico in cui tutti sono
abituati ad andare a mangiare fuori, venendo incontro ai giovani con una musica più adatta a loro.
Ma per il resto, pur essendo aumentate le presenze della gente, la festa ha cercato di mantenere le
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caratteristiche di semplicità e genuinità di un tempo. I “pici” sono sempre gli stessi,
fatti rigorosamente a mano dalle donne del paese, i sughi al ragù e all’aglione sono preparati
con la stessa meticolosa cura delle nostre nonne, i vini sono quelli generosi e genuini delle campagne senesi.
Oltre il concerto della Banda c’è la musica da ballo per giovani e meno giovani. Un’organizzazione
complessa frutto della partecipazione disinteressata della gente di Celle che per giorni, messe da
parte le proprie attività, lavora perché tutto funzioni al meglio.
E nemmeno le finalità della festa sono cambiate. Rimangono validi anche oggi i motivi che la fecero nascere.
Rivitalizzare il paese puntando sul suo senso comunitario e sulle tradizioni (un’intuizione
anticipatrice di mode che verranno molto più tardi), e mantenere in vita la Società Filarmonica.
Obiettivi centrati entrambi perché ancora oggi si deve al volontariato dei cellesi se si riesce a
organizzare una festa che richiama tanta gente dalle regioni e dai paesi vicini, da Firenze, da Roma.
Ed è solo grazie alla Sagra se la Banda continua a trasmettere la cultura musicale e accompagna con
le sue note tutte le feste del paese.
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