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IL BRUSCELLO DI CELLE SUL RIGO   (di Laura Gigliotti)

Pubblico numeroso e attento sabato pomeriggio 19 agosto 2007 nel Teatro di Celle all’incontro, sostenuto dalla Società Filarmonica e dall’Associazione Pro-loco, su un tema sempre caro al cuore dei cellesi, il “Bruscello”. Presenti il sindaco Franco Picchieri che ha assicurato il sostegno dell’amministrazione per eventuali proposte operative, il dottor Giuseppe Pallini che realizzò alcuni Bruscelli, il professor Fabio Mugnaini che insegna storia delle tradizioni popolari all’Università di Siena, il presidente della Filarmonica avv. Lanfranco Benvenuto e il dottor Raffaele Rocchi promotore e coordinatore dell’iniziativa. Il “Bruscello” è, come tutti sanno a Celle per avere avuto un “bruscellante” in famiglia o per averlo visto almeno una volta o per averne sentito parlare, una forma particolare di teatro popolare cantato, su testi in ottave a rima alternata, con arie, romanze e brani corali fedeli a uno schema sempre uguale a se stesso. Con un accompagnamento musicale ridotto al minimo, violino, chitarra, clarinetto, che serve a “dare la nota”, ovvero funge da base per l’intonazione dei singoli cantanti, tutti uomini e solo uomini anche per le parti femminili. Da Ginevra di Scozia a Pia de’Tolomei, Genoveffa di Brabante, Sant’Eustachio, Nerone, Amleto, il Bruscello cellese impegnava nella realizzazione agricoltori, artigiani, giovani e meno giovani dalla bella voce e bella presenza, guidati da appassionati animatori e registi. Fra gli altri, i maestri Gianni Fastelli e Massimo Donatelli, Irma Donatelli e suo fratello Guelfo Donatelli, maestro di musica della banda di Celle.

 

Dopo serate e serate di prove per imparare a muoversi sulla scena e apprendere la parte, saranno loro a far rivivere eroi ed eroine dell’epica classica e ariostesca, storie di santi e della grande tradizione letteraria, a muovere il pubblico a sdegno e compassione verso il traditore di turno o l’infelice perseguitata dalla sorte. Nel 1964 il 15 agosto (non come di regola il 25 gennaio in occasione della Conversione di San Paolo, patrono del paese), in piazza, su un palco adorno di ginepro, viene rappresentato Amleto. Sarà l’ultimo Bruscello, nonostante l’amore della gente per una tradizione documentata in paese fin dalla metà dell’Ottocento e il desiderio di non farla morire. Così corre un brivido lungo la schiena del pubblico quando nella sala del Teatro della Filarmonica si diffonde una voce che canta un brano di Ginevra di Scozia. Reperti sonori preziosi e rari, registrati a Celle nel lontano 29 dicembre 1953 da Alan J. Lomax e conservati nella Fondazione Lomax di New York che tornano a casa per una serie di coincidenze fortunate quanto imprevedibili, dopo l’incontro del dottor

 

Giuseppe Pallini, allora medico condotto di Celle, con l’antropologo americano in viaggio per la Toscana col suo registratore. Pochi brani, ma molto intensi ed emozionanti, cantati da persone presenti nel ricordo o vive e vegete. Dapprima alcuni pezzi del Bruscello in tre atti Ginevra di Scozia, rappresentato nel ’54 con le voci di Sarino Venturini, Silverio Fabbrizzi e Mimmo Ceccarelli, poi Moretto in coro cantato da Marsilio Gori, Giuseppe Guarnieri, Adamo e Domenico Fabbrizzi, infine una struggente Ninna nanna di Maria Labardi. Alle registrazioni si sono accompagnati brani dal vivo cantati da “bruscellanti” presenti in sala come Edelindo Carletti, Sauro Innocenti e Sarino Venturini. Un interprete insuperabile nel ruolo di cattivo, che a distanza di tanti anni mostra di non aver perduto il piglio ardito che lo contraddistingueva sulla scena. Ma l’incontro non è stato e non voleva essere solo intriso di nostalgia. Non si è affidato esclusivamente alla memoria, ma anche all’azione e all’impegno della gente. La proposta emersa è quella di raccogliere e conservare questo patrimonio frutto di tradizioni e storia e di riproporlo in forme e modi da definire. A cominciare dal primo passo, assicura l’avvocato Benvenuto, la trascrizione musicale delle arie, delle romanze e dei cori tipici del Bruscello affidata al maestro Leonardo Giomarelli che da una decina d’anni guida la banda della Società Filarmonica Cellese.



bruscello celle sul rigo Il Bruscello di
Celle sul Rigo
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La sagra dei pici di Celle sul Rigo è un appuntamento sacro che si ripete da quasi mezzo secolo ed è "a ragione" considerata in Italia la vera ed unica Sagra di questa pasta fatti unicamente a mano che rappresenta la celegrazione e consacrazione di questo antico e popolare piatto tipico Toscano. Ogni anno, già molte settimane prima si iniza la "creazione" di questa pasta, dal sapore semplice ed intenso ma dalla lavorazione lunga e laboriosa. Tutte le donne del paese impastano ed arrotolano i pici a mano uno per uno per arrivare alla fine di maggio dove in una domenica vengono degustati migliaia di piatti succulenti e gustosi, ben insugati con del buono e genuino "aglione" o ragù di carne preparato secondo le antiche e tradizionali ricette contadine. Non puoi mancare alla Sagra dei Pici di Celle sul Rigo.